# 13 |
Marvel IT Presenta… |
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‘BRAVE NEW X-WORLD’ |
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Mr. T |
storia |
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Pietro Meroni |
co-soggetto / supervisione testi |
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rossointoccabile |
supervisione Marvel IT |
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Carlo Monni |
supervisore capo |
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Mr. T |
presidente |
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Charles Xavier, alias Professor X |
Telepate, fondatore e mentore degli X-Men |
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Logan, alias Wolverine |
Fattore rigenerante, scheletro e artigli di adamantino |
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Peter Rasputin, alias Colosso |
Corpo di acciaio organico |
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Scott Summers, alias Ciclope |
Raggi ottici concussivi |
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Henry McCoy, alias la Bestia |
Intelletto prodigio in un corpo di leone |
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Jean Grey-Summers, alias Fenice |
Telepatia e telecinesi |
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Emma Frost, alias la Regina Bianca |
Telepatia e pelle di diamante |
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Bobby Drake, alias Uomo Ghiaccio |
Controllo temperatura e produzione ghiaccio |
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Magnus, alias Magneto |
Signore del Magnetismo e Presidente di Genosha |
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Nicola Zeitgeist |
La luce della rivoluzione di Genosha |
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* * *
LA
STORIA FINORA
120 bambini mutanti cinesi sono usati come cavie nei
laboratori segreti del Mandarino, nuovo Re Bianco del Club Infernale, per
estrapolare il gene-x, chiave genetica dei poteri mutanti, ed utilizzarlo per
la produzione di una nuova specie di adolescenti Sentinelle, cyborg mutanti con
i poteri dei dieci anelli del Mandarino; bambini venduti al Club Infernale
dalla Cina in cambio di tecnologia aliena.
Gli X-Men, appoggiati dall’ONU e da truppe
dell’esercito russo, sventano con fatica i piani del Mandarino, occupano un
laboratorio in Russia e liberano i bambini. Quando tutto sembra risolversi al
meglio, Wolverine avverte la presenza di un pericolo mortale tra i bambini
seviziati: alcuni di loro sono stati geneticamente modificati nelle letali
Sentinelle e nascosti nel gruppo per cancellare ogni traccia degli abusi
protratti. Una ventina di cyborg gettano la maschera e aprono il fuoco sui
soldati e i bambini indifesi. Gli Uomini-X fanno del loro meglio per proteggere
i bambini e i soldati, ma le Sentinelle si rivelano essere macchine
inarrestabili, controllate a distanza dal Mandarino.
In precedenza Magneto ha donato al mondo la cura per il
virus Legacy e ha proclamato cittadini dello Stato di Genosha tutti i mutanti della
Terra, annullando di fatto i diritti civili ai non mutanti genoshani,
espellendoli dall'isola e proclamatosi protettore del popolo mutante, insieme
alla sua, misteriosa, nuova Confraternita. La vista calorifica
dell’invulnerabile figlio del Sole, Exodus. La furia omicida di Manowar,
l’esercito di un uomo solo. L’inarrestabile forza della nera amazzone alata,
Mother. Citizen X, l’uomo mutato per vivere nelle città. Le incommensurabili
capacità nanotecnologiche di DioArte, il
Creatore. La silenziosa veglia ai confini dell’immaginario collettivo di X-Man,
lo Sciamano. Nicola Zeitgest, la luce della rivoluzione mutante di Genosha.
Nel frattempo, in una zona disabitata in Russia, per
gli zombie cacciatori di mutanti la resistenza è inutile, è una questione di
tempo e gli X-Men, l’unico ostacolo tra loro e il resto del mondo, moriranno
sotto i loro colpi. Sembra non esserci più speranza, quando in aiuto dei
pupilli di Xavier giunge la Confraternita dei Mutanti e come un uragano spazza definitivamente
dalla faccia della Terra le Sentinelle nell’unico e più sicuro modo: all’insaputa
degli X-Men, il filo che collega il burattinaio ai suoi burattini viene contemporaneamente
spezzato. Fatto prigioniero e teletrasportato a Genosha, il Mandarino viene brutalmente
ucciso.
La furia del nuovo ordine di Magneto non esaurisce,
però, la sua onda vendicativa: alcuni giorni dopo il salvataggio dei bambini
cinesi e la chiusura della base segreta del Mandarino, la Confraternita, in una
serie di raid, smantella l’arsenale di Sentinelle convenzionali cinese, e rade
al suolo strategici punti militari e politici della Cina coinvolti nella tratta
dei piccoli mutanti.
* * *
Il terrore e
l’immaginabile emergono dai luoghi più remoti della coscienza. Caos strisciante,
si manifesta in immagini visive, suoni e odori di straordinaria crudeltà e
dolente tortura per il corpo, stringendo l’umanità in una morsa d’angoscia[i].
L’umanità, sei
miliardi di individui, legati dal semplice fatto di vivere sullo stesso
pianeta, ma allo stesso tempo lontani gli uni dagli altri. Sono isole
solitarie, le loro anime protette da alte mura, inaccessibili ad una
comprensione autentica, capaci solo di comunicare e sopravvivere grazie ad una
assicurazione biologica: l’empatia. L’uomo, animale sociale, è dotato di un
forte istinto di gruppo, è in grado di condividere la gioia dei suoi simili;
viceversa, quando una creatura prova dolore, allora una nube sanguinosa oscura
anche gli altri, rendendoli coscienti del disperato desiderio di vivere della
vittima. L’empatia sfuma i confini tra
predatore e preda, tra aggressore e vittima, e condiziona i sentimenti e i
comportamenti in risposta ad essi.
Sei miliardi di
individui in fusione emotiva e spirituale, con la piena sensazione di
racchiudere se stessi in tutti gli altri esseri viventi, avvertono un paura
pulsante che gli altri li lascino soli. Come un’onda crescente, l’emozione
impatta le difese della coscienza. La reazione automatica è il panico. Bambini
nel cuore della notte si svegliano piangendo disperati, cercano di aggrapparsi
a madri dai volti sgomenti e spaventati, che non riescono a rispondere ai loro
bisogni emotivi, perché colpite dalle stesse emozioni di rifiuto d’amore.
E’ il
sentimento di solitudine provato da 120 bambini cinesi. Strappati alla loro
vita e alla dignità, trattati come merce di scambio e usati come fonte di
distruzione di loro simili adulti; è l’esperienza diretta del loro dolore alla
quale l’umanità intera sta partecipando.
Il desiderio
infantile di aggrapparsi con più forza sussulta, ma resiste. Ipersensibili ad
ogni segno di trascuratezza inizia a prendere forma la convinzione che nessuno
si prenderà cura di loro e una ribollente colonna di ombre brulicanti una
rabbia cieca grida vendetta e si riversa dalle acque profonde e scure
dell’inconscio.
120 bambini
cinesi. Mutanti latenti, strappati alla loro vita e alla dignità, molestati e
torturati sia nel corpo sia nella mente fino a distruggerne il cuore, nascosti
in laboratori eugenetici per essere trasformati in macchine viventi per la
distruzione di loro simili adulti, da uomini volutamente ingiuriosi e crudeli.
L’impatto emotivo è immenso: sensazioni di profondo tradimento, paura, vergogna
e rabbia investono il sistema nervoso di tre miliardi di persone rendendoli
coscienti del disperato desiderio di vivere delle piccole vittime.
E
all’esperienza diretta del loro dolore l’umanità intera partecipa. In fusione
empatica provano le medesime emozioni, reagiscono automaticamente alle stesse
sensazioni, vedono coi loro occhi, percepiscono attraverso i loro sensi. Un
veleno nero come l’oblio intossica le menti, contagia e corrode col sospetto le
relazioni presenti e possibili, scatenando con facilità sfiducia e ostilità al
minimo segno di tradimento.
Sei miliardi di
individui terrorizzati dall’eventualità di ricevere ulteriori abusi, per
proteggersi si stringono l’un l’altro, o si rinchiudono su loro stessi, la
diffidenza necessità di sopravvivenza.
Sensazioni
simili a quelle che si sentono quando si graffia una lavagna. Un caleidoscopio
di immagini: uomini, aliene macchine taglienti e laboratori lucenti, creature
color inchiostro che pulsano, gelatinose e flaccide, si ammassano una
sull’altra, divorandosi reciprocamente, camminano, mordono e tagliano giovani
corpi, i corpi di sei miliardi di persone, ognuna racchiusa nelle altre.
Immagini
visive, suoni e odori di straordinaria crudeltà e dolente tortura per il corpo,
terrore strisciante che spegne la ragione a favore della follia, stringono
l’umanità in una solitudine assoluta e completa in un non tempo congelato e in
uno spazio nero infinito, rendendo insopportabile l’esistenza.
Il terrore
strisciate si diffonde come la peste, portato dal vento psichico sulle ali di
fuoco della Fenice, nella dimensione dell’astrospazio. Le facoltà mentali di
tutti gli individui condividono una regione eterea di materia ed energia
astrale accessibile ai manipolatori psichici. Questa condivisione è analoga a
quella del piano fisico: indipendente e inaccessibile nei contenuti, è
meramente spaziale. Così non è per chi
ha facoltà mentali ESP telepatiche, capaci di manipolare, leggere e
vedere dentro i pensieri e le rappresentazioni mentali delle persone.
E tale è il
potere telepatico della Fenice, che tutti gli abitanti del pianeta Terra
vengano condizionati a provare nello stesso istante le medesime emozioni e
percezioni.
La Fenice ha
dispiegato le ali e sulla vetta innevata del più alto monte di Genosha, lo
Sciamano della tribù mutante, X-Man, apre gli occhi dalla silenziosa veglia ai
confini dell’immaginario collettivo; il fuoco psichico, simbolo del potere
cosmico della Fenice sbuffa e scoppia silenzioso all’interno delle cellule del
suo corpo, nascondendo l’effetto ad occhi curiosi.
X-Man, dice,
pacato e morbido nell’eloquio telepatico: * La fusione mentale ha proiettato
l’esperienza di gruppo dei fratellini cinesi. C’è stata l’accettazione emotiva;
ha scosso gli animi.
Mother, scende
al di sotto della nuvole: - Ci basta questo, non c’è prova migliore delle
emozioni provate sulla propria pelle.
* Sì. Non ci
sono emozioni giuste o sbagliate, ma solo pensieri e azioni errati. Non c’è
nulla di più vero e reale di una emozione.
Raggi di sole
illuminano il luogo di meditazione dello Sciamano, ubicato lontano dalla sua
tribù, per proteggerla; è l’alba di un nuovo giorno per Genosha e il suo
popolo. L’inizio di un nuovo mondo.
Il microcosmo
riproduce le dinamiche del macrocosmo conseguenti al volo della Fenice.
- Cosa sta
succedendo?
Emma Frost,
percorre i corridoi dell’Istituto nella sua forma di diamante, gettando
occhiate curiose, ma prive di emozioni, ai ragazzi che si riversano fuori dalle
stanze. La maggior parte degli allievi sono shockati, urla, pianti e dolorosi
silenzi si accendono e si spengono col passare del tempo. Colpiti da una bomba
emotiva, hanno vissuto l’agonia e la sofferenza di innocenti coetanei,
condannati solo perché portatori, come loro, del gene eXtra, che conferisce
straordinarie e maledette capacità sovraumane. Non presentano ferite esterne,
ma ansia, paura e rabbia li percuotono dal di dentro. I più anziani e i più
forti, cercano di confortare i più scossi, aiutati dagli insegnati e guide, i
membri del gruppo degli X-Men. Ma anche gli X-Men non sono immuni alle emozioni
dolorose.
Charles Xavier
posa l’elmetto che lo sincronizza con Cerebro ed esce dalla pancia metallica della macchina.
Ad attenderlo Bobby Drake, l’Uomo Ghiaccio, cammina su e giù, irrequieto.
- Ti trovo
pallido, Bobby.
- Un brutto
sogno, professore.
- Sei miliardi
di persone hanno avuto lo stesso incubo, e non ho il potere di calmarli tutti.
La rappresaglia della Confraternita dei mutanti alla Cina è stata la punta
dell’iceberg.
- Ho come
l’impressione che stavolta non sarà così semplice fermare Magneto prendendolo a
calci in cu… ehm… nel di dietro finché non se ne sta buono, ecco.
Il Professor X
inarca un sopracciglio, sorpreso e incuriosito dalla reazione del suo primo più
giovane allievo. – No, anch’io non lo credo… Magnus mi ha parlato. Vuole
assicurarsi che digeriamo queste sconvolgenti emozioni negative prima di fare
un importante annuncio in mondo visione. Si prospetta uno scenario diverso…
- Bobby, prendi
le chiavi dell’auto. Dobbiamo andare.
- A Genosha in
macchina?
- Non andiamo a
Genosha. Non ancora.
- Jean! Tutto
bene, tesoro?
Scott Summers,
aka Ciclope, ha preso quelle visioni e le ha ricacciate in fondo. Ha già visto
e sentito quelle cose con altri occhi, pensa. La disperata angoscia che l’ha
appena attanagliato è un’eco del passato. Ha rivisto l’orfanotrofio e la
solitudine, e la convinzione di non essere amato e che quelli come lui non li
accetteranno mai gratta in un angolo dell’anima, ma ha anche visto uomini e
mutanti morire per una supremazia genetica. Echi dal passato, che mettono il
dubbio: l’angoscia più forte è non sapere chi sei.
All’interno del bagno, Jean Grey-Summers è
inginocchiata di fianco al water; il sudore freddo le appiccica i vestiti
addosso, si asciuga la fronte col dorso della mano. Si alza, tira lo sciacquone
e fa scorrere l’acqua del rubinetto per rinfrescarsi la bocca e il viso. Un
pungente senso di nausea l’ha colpita al culmine della reazione emotiva; una
mano alla bocca e l’altra sulla pancia, si è precipitata in bagno senza dire
una parola.
- Sì. Sto bene,
Scott. – Osserva il suo riflesso allo specchio, gli occhi ardono di un fuoco da
poco assopito e si ritrova a guardare la sua mano che, delicata, massaggia
istintivamente la pancia.
La porta si
apre. Uno sguardo preoccupato lascia posto al sollievo. Jean sorride al marito;
gli getta le braccia al collo e si stringono affettuosi.
- Sto meglio,
una nausea improvvisa. Adesso è passata.
- L’abbiamo
sentito tutti, non è vero Jean?
- Sì. Ma non è
stato un attacco… una fusione mentale. La… condivisione empatica… di un
messaggio… - risponde, distratta.
- Jean?!...
Tutto bene?
- E’… è
Charles, Scott. Conferma la mia impressione. Sto bene amore, non preoccuparti.
- dice, uscendo dal bagno, mentre telecineticamente si toglie i vestiti e
prende l’uniforme dei docenti dell’Istituto, - la scuola è in subbuglio,
dobbiamo tranquillizzarli.
- Ok, i ragazzi
prima di tutto. – Annuisce. Ci siamo, pensa. - Un messaggio, immagino anche chi
l’abbia mandato. E dopo? - fa Ciclope, allacciandosi i pantaloni.
- Non lo so se andrà tutto bene. Charles è
partito.
- I… i
ragazzi... devo occuparmi di loro… sono il loro dottore…
- Dottore, cura
prima te stesso. Non è così che si dice?
- Sì. Sì, l’ha
detto Nietzsche…
- Riprenditi
Hank. Concediti una pausa per recuperare, non sei da solo. Peter ci sa fare coi
ragazzini, e anche il nuovo arrivato, Luther, per quanto non mi fidi di lui, ci
sta dando una mano preziosa.
- Ca… capisco
dove vuoi arrivare. Grazie, Logan. – Hank McCoy, la Bestia, rimane carponi sul
pavimento del suo studio, la gigantesca testa di leone abbassata sul petto, gli
occhi chiusi, come a trattenere qualcosa che bussa impetuosa per uscire fuori.
Trova aiuto nell’impresa da Wolverine, il cui istinto selvaggio coglie l’odore
di uno spirito affine crescere nell’amico in difficoltà. - Questa mutazione
secondaria[ii] non
mi ha reso più felino solo nell’aspetto… è strano e spaventoso, e allo stesso
tempo affascinante e eccitante. Sensazioni più acuite e nuove mi permettono di
percepire invisibili aspetti dell’ambiente che mi circonda; e istinti animali
urlano e spingono per uscire… e questi sbalzi d’umore… quello che abbiamo
sentito mi ha sprofondato in uno disperato stato depressivo.
- Ti tengo
d’occhio, amico mio. – lo rassicura Wolverine, e da questa battaglia segnerà il
destino della tua anima, pensa.
- Allora, cosa
diavolo sta succedendo? – interroga, confusa, la Regina Bianca.
Jean risponde,
secca: - Lo capiresti, se riprendessi forma umana, Emma. – E se non scappassi
dalla paura di rivivere la morte dei tuoi allievi[iii],
pensa.
Emma Frost
lancia un’occhiata dura come la sua pelle a Fenice, sopraggiunta a dar man
forte con Ciclope. Ritorna in carne e ossa e ha accesso, così, alla sue facoltà
telepatiche. – Se volevi che ti dessi una mano a stimolare i loro centri del
piacere per calmarli, potevi semplicemente chiederlo. A quanto pare, potrebbe
essere utile anche a te. – controbatte, strizzando l’occhio a Ciclope.
- Dov’è Bobby?
– chiede Ciclope.
- È corso via
con Charles. Hanno preso la limousine.
- Sono diretti
a New York, Scott. Alle Nazioni Unite. – precisa Jean.
- D’accordo. E’
un’emergenza e ci tocca aspettare.
- La situazione
qui sta tornando sotto controllo, Ciclope, grazie anche a Jean e a Emma. -
avvisa Peter Rasputin, Colosso, rimasto tutto il tempo nella sua avvenente
forma umana - Ho visto quei bambini cinesi e vi garantisco che la seconda volta
non è certo meno traumatica della prima[iv].
Adesso, sappiamo tutti cosa hanno fatto, e sono disgustato e infuriato. In
questo momento è uno scacco morale che tiene in bilico la pace tra Magneto e il
mondo intero.
Il rumore secco
e sfrigolante di un fiammifero che si accende attira la loro attenzione.
Wolverine stringe tra i denti un cubano e ne assapora il gusto, assorto. Sbuffa
un paio di folate di fumo; poi si rivolge agli amici, comprendendoli tutti nel
suo sguardo.
- Bene,
decidiamo da che parte stare, allora, prima della Terza Guerra Mondiale.
La goccia di
sudore scende aderente sulla pelle, attraverso il percorso accidentato della
fronte corrucciata. Segue l’attaccatura del naso piccolo e deciso, e scivola
veloce nell’occhio destro, scatenando di riflesso la chiusura della palpebra.
L’uomo prova il desiderio automatico di strofinarsi la cornea irritata, ma è
troppo spossato, esausto, svuotato per farlo. L’occhio si apre e si chiude
convulso, è lucido e arrossato. Non sa più da quante ore non ha attraversato il
dolce sipario del sonno. Annebbiati e assenti sono anche quelli degli uomini al
suo fianco, stretti nelle sedie e con le spalle piegate, alcuni appoggiati alla
balaustra di legno che li circonda.
Magneto osserva
la loro paura e pensa: quello sguardo l’ho già visto. Sono gli stessi occhi di Magda,
che l’osservano quando uscì dalla trance in cui uccise tutti i cittadini di un
piccolo villaggio, rei di non averlo aiutato a soccorrere la figlioletta morta
tra le mura di una casa in fiamme. E’ il volto della paura; quella più aliena,
quella che non riconosce ciò che ha di fronte, che teme per la propria vita,
che osserva sgomenta l’orrore.
Ed è il suo
volto riflesso negli occhi della sua amata moglie, insieme a tutti quelli della
sua famiglia spazzata via dall’olocausto, che ricorda, e allo stesso tempo vede
in quello di questi uomini[v]. E’
l’espressione della sua stessa estraneità rispetto ad un mondo, ad una
comunità, cui sente nell’anima di non appartenere, e dalla quale si sente
ingiustamente e involontariamente respinto, odiato, cancellato.
- Ha paura di
me, generale? A guardare nell'abisso, accade che l'abisso guardi dentro di noi.
– dice. Dovete avere paura di me, pensa; come io temo quello che avete fatto e
continuerete a fare.
Apre il mantello
viola e, dopo tante ore, lascia che i suoi poteri magnetici lo lascino
fluttuare nell'aria, sollevandosi dalle sue spalle, rivelando l'elegante
completo scuro con cui il Signore di Genosha è vestito.
- Che ignobile
concessione! – si è permessa di dirgli, all’inizio del Processo, Nicola
Zeitgeist.
- La percezione
che il mondo intero avrà di noi durante il Processo è fondamentale. Voi siete
la mia guardia, il mio esercito, e le vostre uniformi comunicano tutta la
vostra potenza. Ma io, Magneto, non sono più un guerriero, o meglio, non solo.
Il mio potere ora è dare forma ad un nuovo stato, ad un nuovo modo sociale di
esistere. L’elmetto non è più necessario.
Il mutante
salvatore dei mutanti si alza e lancia un breve sguardo a DioArte, il Creatore.
L’obiettivo a grandangolo è aperto da ore, e da ore gli eventi vengono ripresi
e trasmessi in mondovisione, sostituendosi ad alte frequenze, predatori
telematici, alle principali trasmissione in onda in quel momento sulla Terra. I
televisori si sono accesi e si sono sintonizzati automaticamente, e con
magnetica presa catturano l’attenzione di un mondo appena svegliatosi da un
incubo.
Magneto pensa a tutto questo in una frazione
di secondo e guarda fisso negli occhi il suo soldato. Poi inizia a parlare.
– Signori.
Siete accusati di violazione dei diritti mutanti, di pianificato genocidio e
creazione di armi di distruzione di massa. Siete qui perché sarete processati
secondo giustizia mutante.
- Non…
non c’è g-giustizia in ciò che state fa-facendo… - si fa forza uno degli uomini dietro la
balaustra.
– Al
contrario. Siamo uno stato sovrano, governatore. Abbiamo il diritto di
difenderci per sopravvivere. Ho il diritto e il dovere di difendere il
mio popolo, come annunciato innumerevoli volte. Vi sono stati affiancati
intellettualmente onesti difensori d’ufficio. Gli interrogatori telepatici e le
confessioni dei vostri subordinati vi rivelano come le menti dietro le
operazioni di estrazione del gene-X da bambini mutanti cinesi usati come cavie
nei laboratori segreti del Mandarino; bambini venduti al Club Infernale dalla
Cina in cambio di tecnologia aliena. Le prove della vostra consapevolezza sono
state sentite dall’umanità intera. E la giuria universale è rimasta
alquanto... scossa dall’esperienza provata. Il popolo mutante si è pronunciato;
la condanna è del massimo grado: la morte.
Sei milioni di
mutanti risiedono nella megalopoli di Genosha, Hammer Bay, situata a sud
sull’oceano indiano, e protetta su tre lati da alte montagne. Moderna Atlantide
del terzo millennio, la piazza del popolo, Magda Square, è gremita
all’inverosimile, in terra e in cielo. I cittadini di Genosha assistono al
processo in corso nel palazzo presidenziale che si apre sulla piazza,
attraverso le immense vetrate traslucide, e si sentono protagonisti eccitati ed
entusiasti di un altro processo parallelo: dal sangue, dall’odio, dalla paura,
dall’istinto di sopravvivenza dell’uomo, la costituzione di una nuova civiltà
dell’homo sapiens superior.
- E’
intollerabile!
Il
rappresentante della Repubblica Popolare Cinese, Wang Guangya, sbatte il pungo
sul tavolo ellittico del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, a New
York. – Il governo cinese non si piega di fronte alle intimidazioni. Colpiremo
duramente sia gli esecutori, sia i mandanti degli attacchi terroristici.
- Ambasciatore Wang,
come rispondete alla violazione dei diritti umani ai quali abbiamo assistito
tutti, con questa ignobile pagliacciata di processo? - domanda il
rappresentante francese.
- Potrebbe essere
questa la causa scatenante della rappresaglia di Magneto? Pare che il governo
genoshano sia in possesso di prove che metterebbero sotto una diversa luce agli
occhi di questo Consiglio e del mondo, l’esistenza della legge sul controllo
delle nascite. – chiede severo il delegato tedesco.
- Sono prove
inconsistenti e inaccettabili da qualunque tribunale riconosciuto! Le
consideriamo manipolazioni mentali perpetrate da mutanti a scopo coercitivo. I
loro telepati sono in grado di reinterpretare la realtà così come la
percepiamo, e ingannare al tal punto i nostri sensi tanto da farci credere con
assoluta certezza di vivere e vedere cose che in realtà non esistono o non sono
successe. Se avessero delle prove umanamente ritenute tali dovrebbero portarle
al vaglio di questo tavolo; cosa che non è avvenuta. Dove sono i politici di
Genosha?
Un fulmine di
accecante luce bianca saetta dai riflettori in alto sul soffitto. La folgore
non brucia miracolosamente i presenti e tra l’orrore e la meraviglia l’energia
luminosa lascia il posto a particelle sempre più numerose e visibili, e un
corpo di donna di bianco vestito prende forma. Nicola Zeitgeist, bionda e
magra, i capelli lisci sui lineamenti giovani, in contraddizione agli occhi
maturi e segnati, si erge in piedi al centro della sala.
- Fin dal
dopoguerra, all’apparizione dei primi mutanti, il governo cinese decise di
eliminare alla nascita i portatori del gene-X. In Cina gli homo sapiens
superior pensavano che non ci fosse nessuno che li potesse salvare; non nel mondo
in cui vivevano. Ora non più; è il momento di cambiare le cose in meglio. Ogni
homo superior sulla Terra è sotto la mia protezione.
- Non sia
ridicola! – Apostrofa l’ambasciatore cinese - Chi l’ha nominata giudice, giuria
ed esecutore?!
- Sono Nicola Zeitgeist!
Guido la Confraternita dei Mutanti. Questo mi dà ogni responsabilità e ogni
diritto.
-
Ambasciatrice, lei è la stessa donna responsabile dell’attacco all’esercito
cinese. – Afferma l’ambasciatore americano Negroponte.
- La mia gente
è continuamente minacciata e in pericolo, è nostro dovere opporci e difenderci.
Genosha accusa la Cina, per mano dei suoi esecutori, di violazione dei diritti
umani e di costruzioni di armi di sterminio di massa.
- Siamo
d’accordo che ogni comportamento è spinto da una motivazione, e che la
motivazione sorge da un bisogno, da un desiderio da realizzare, ambasciattrice.
E siamo altresì convinti che sei mutanti dell’esercito genoshano hanno da soli
spazzato via gran parte dell’intero arsenale militare cinese, lasciando ben
poche speranze di difesa ad un eventuale attacco. Qualunque sia la ragione, non
rispondere in un modo qualsiasi sarebbe un atto di paura e debolezza non
accettabile. Ritengo sia più di un avvertimento, Magneto ha il totale controllo
di Genosha e ora è una minaccia e un pericolo prioritario per tutto il mondo.
- Quindi
secondo lei, onorevole Negroponte, il desiderio reiterato di Magneto sarebbe
quello della conquista del mondo?
La domanda si
alza dalla sedia di uno dei rappresentanti della Russia. E’ un uomo alto,
massiccio e corpulento, con lunghi capelli neri e uno sguardo magnetico. – Mi
chiamo Emil Salkovskis, consigliere particolare del Presidente Putin.
Psichiatra, psicoterapeuta, antropologo, sono il nuovo coordinatore del
dipartimento per gli affari superumani della Federazione Russa, e sono qui a
questa riunione su esplicita richiesta della Duma. Studio Magneto e le sue
attività dall’incidente con il sottomarino Leningrado ed è mia supposizione,
condivisa dal Presidente, che Magneto abbia altri obiettivi. La richiesta di
condanna a morte di tre singoli uomini, avvallando la convinzione mutante per
cui sarebbero strettamente collegati al governo cinese, e una rappresaglia
selettiva, sono comportamenti anomali, non caratteristici del profilo di un Magneto
guerrafondaio, ma più in sintonia con una visone più diplomatica e possibilista
della sua persona.
- Magneto ha
già dimostrato il suo disprezzo nei confronti dell’umanità, professore, e la
sua totale disillusione dall’esistenza umana. – ricorda l’ambasciatore
statunitense.
- Che cosa
intendeva suggerire, professore? - Chiede il tedesco.
- Suggerisco
che quello di Magneto sia un atto dimostrativo per cementare il legame emotivo,
oltre che politico, con i mutanti. Ha ribadito ufficialmente di considerarli il
suo popolo, trascendendo le sue origini. Allo stesso tempo fornisce loro e a se
stesso un capro espiatorio, e un pietra angolare sulla quale costruire qualcosa
di diverso, più complesso e più grande della semplice e prevedibile guerra
genetica.
- E’ un quadro
affascinante, su cui dobbiamo riflettere ed eventualmente indagare, - riconosce
il delegato inglese, - ma rimane un'altra supposizione, non un fatto. Invece di
essere un tentativo di comunicazione, può essere un tentativo di saggiare le
nostre forze e di schierare il suo esercito.
- Il lupo può
aver perso il pelo in passato, ma non certo il vizio! – risponde aspro
l’ambasciatore cinese.
E’ necessario e
prioritario pensare alla sicurezza e alla sopravvivenza del nostro popolo, dei
nostri figli. Il suo scenario, professor Salkovskis, è suggestivo, ma troppo
astratto e, francamente, troppo ottimistico. Credo che prepararci alla guerra e
dimostrare che non ci spaventa sia la scelta migliore. - fa eco il
rappresentante USA.
- Studi
condotti dal KGB – risponde il professor Salkovskis - dimostrano che Magneto ha
fra il 45 e il 48% di possibilità di VINCERE, da solo, una guerra contro tutti
gli stati del mondo. Con tutta la popolazione superumana di Genosha e i suoi
nuovi soldati… La cosiddetta Confraternita, come l'ha chiamata la signorina
Zeitgest... - sorride Salkovskis indicando la giovane donna - beh, è
semplicemente impossibile stabilirlo, visto che non ne conosciamo le piene
potenzialità!
- Senza
speranza non c’è modo di cambiare il mondo in meglio, ambasciatore. – Il
professor Charles Xavier, consigliere speciale del Presidente degli stati Uniti
per le questioni mutanti, porta avanti la carrozzella, uscendo da dietro le
spalle del rappresentante americano e mostrandosi ai convenuti. – Se sono le
prove che Magneto non intenda attaccare che cercate, allora quelle prove le
avrete, direttamente dalle sue parole. Gli parlerò personalmente, vi garantisco
che non attaccherà, e riporterò a casa sani e salvi i politici e i militari
cinesi.
- E per quale
motivo Magneto dovrebbe ascoltarla? – chiede l’ambasciatore cinese.
Charles Xavier
attende; gli occhi dei rappresentati delle NU su di lui, interrogativi e
curiosi. Si pongono tutti la stessa domanda, pensa. E perché no. Cosa si
potrebbero mai aspettare da lui questi politici e tutto il mondo in ascolto
dietro le decine di telecamere. Cosa si aspettano da un ennesimo esperto di
genetica e comportamento mutante. Un esperto come Emil Salkovskis, un altro
uomo che propone la sua soluzione al problema mutante. Un uomo del quale fino
ad oggi non conosceva l’esistenza. Non l’ha mai incontrato prima, neppure il
colonnello Vazhin[vi] l’ha mai citato in uno
dei suoi innumerevoli incontri, e adesso esce allo scoperto. L’attività ombra
dei servizi segreti russi.
- Il professor
Xavier… – con un pacato, ma deciso cenno della mano, il Professor X zittisce
Salkovskis, deciso a dare una risposta esaustiva e convincente, che non lasci
dubbi. Lui sa, è l’intuizione che lo colpisce. Coerente ai suoi principi, evita
di leggergli la mente; inevitabile, presto sarà comunque un segreto di
pulcinella. Guarda gli uomini di fronte a sé e poi parla, posando l’ultimo
sguardo sull’occhio rosso acceso e puntato di una telecamera.
- Perché
anch’io sono un mutante.
Continua…
[i] Nel prologo, ogni riferimento lovecraftiano e dickiano è coscientemente voluto ;)
[ii] In X-Men #6-8 MarvelIT
[iii] Emma Frost non ha né poteri telepatici in forma di diamante vivente, né empatia. Inoltre, tempo fa, è stata impotente testimone oculare del massacro dei suoi giovani studenti da parte delle Sentinelle
[iv] In X-Men #10-12 MarvelIT
[v] Il volto di un uomo nuovo, il suo nome: Magneto
[vi] Amico degli X-Men, nonché direttore del F.S.B. (Federal'naya Sluzhba Bezopasnosti, Servizio Federale di Sicurezza delle Federazione Russa)